Il profondo legame tra la popolazione lamonese e le proprie radici trova un’espressione privilegiata nelle feste popolari. Legate alla ricorrenza del Santo Patrono, o ad altre festività religiose, si sono nel tempo tramandate diventando preziosa occasione di aggregazione e socialità. Tra tutte spiccano, per il loro essere momento atteso e vissuto in modo corale dall’intera comunità, la festa dei Santi patroni Pietro e Paolo (29 giugno), che per tutto l’ultimo fine settimana di giugno viene celebrata sia con funzioni religiose che con parate e momenti di festa più profani; la frequentata sagra della Madonna delle Nevi di Arina (10 agosto); la festa della Madonna nella frazione Bellotti; la Fiera dell’Ascensione, che la seconda metà di maggio anima Lamon sia con funzioni religiose che con eventi di carattere gastronomico e sportivo.
Il profondo legame tra le genti dell’altopiano e la propria terra rivive in tradizioni come la benedizione dei trattori e delle macchine agricole, erede dell’uso antico di invocare la protezione divina sulle attività dei campi, ma si può respirare anche visitando i mercatini di Natale in cui è facile trovare oggetti d’artigianato popolare che ben raccontano tradizioni e sensibilità d’un tempo.
Un’attenzione particolare per la sua peculiarità merita infine la Festa del Majo, festa di origini pagane che ogni anno tra aprile e maggio richiama turisti e curiosi. Il rituale è sempre lo stesso: in ogni paese dell’altopiano i ragazzi scelgono il larice più bello alto e sottile, lo tagliano e lo portano a spalle in centro. Qui lo scortecciano lasciando intatta la cima, le legano una bandiera (quella italiana o quella frazionale, se c’è) e quindi innalzano l’albero accanto ad un capitello dedicato alla Madonna. Vi rimarrà fino all’anno successivo, quando verrà sostituito da una nuova pianta. Il termine del rito segna l’avvio della festa, con la gente che si sposta “di majo in majo” per brindare e commentare con qualche sberleffo qual è l’albero più bello.